Come si inizia una collezione

Oggetti da collezione su scaffali

L’evoluzione del collezionismo e della figura del collezionista all’interno della società è uno degli aspetti più interessanti del nostro percorso di ricerca. Come sta mutando il collezionismo e come sta cercando di sopravvivere l’interesse per gli oggetti in un presente sempre più digitalizzato e virtuale? Per cercare una risposta abbiamo iniziato le nostre ricerche da alcuni testi, che risultano meravigliosi per i loro accorgimenti e che oggi ci sembrano assolutamente “ingenui”. L’estratto che vi riportiamo si trova all’interno di uno dei pochi volumi dedicati al collezionismo in Italia. L’anno di pubblicazione è il 1969: sono gli anni di piena espansione del collezionismo, gli anni dove si è a conoscenza che dietro cianfrusaglie e ferri vecchi si nascondono veri e propri tesori. Sono gli anni che vedono salire vertiginosamente le valutazioni di alcune categorie, magari oggi diventati senza valore in seguito a crolli di interesse. Questo libro cercava di creare interesse intorno al mondo del collezionismo e di creare nuovi collezionisti.
Abbiamo scelto quindi un passo particolarmente interessante che si intitola “Come si inizia una collezione”: una serie di istruzioni nostalgiche su come iniziare una collezione, archiviarla e conservarla.

Una piccola collezione può iniziare per caso, da un oggetto qualsiasi che ha particolarmente colpito la propria sensibilità o fantasia.
Si può però iniziare con un “tema” fissato in anticipo: per esempio manifesti, svarioni nei giornali, titoli strani sempre nei giornali, occhiali e occhialini, vecchi cucchiai, bicchierini, bottoni e così via: l’elenco può essere lungo quanto è lunga la lista degli oggetti che hanno accompagnato e accompagnano l’uomo nella sua vita di tutti i giorni. In questo senso, anche un iniziale interesse scientifico, come quello per animali o fossili o fiori, è un valido spunto per una collezione-hobby.


Importante è iniziare con interesse, con uno stimolo di passione per la raccolta. Si deve essere convinti di ciò che si fa, per non stancarsi poi, o lasciare tutto dopo pochissimo tempo. La volubilità non è mica del collezionista; la convinzione si, e la tenacia. Non è buon collezionista chi inizia a raccogliere, per esempio, accendini, poi se ne stanza, passa alle spille da balia, si stanca ancora e opta per le cartoline illustrate.
Dunque i deve aver ben chiaro davanti a sé ciò che si vuole. E amare, come qualcosa che realmente dia soddisfazione e piacere, gli oggetti di cui si inizia la ricerca.
Avviata la collezione, occorre pensare come meglio collocarla o sistemarla via via, in attesa, se si vuole, di darle sistemazione definitiva. Scatole e cassetti ben riparati dalla polvere sono sempre un buon inizio: ma si può pensare se l’oggetto raccolto lo richiede, agli album, alle bustine di materiale plastico trasparente, alle teche o a piccole vetrine chiuse da un vetro. O si può iniziare addirittura con un’idea arredamento, la collezione cioè che diventi una parte della casa, qualcosa che la vesta come la vestono i mobili, i quadri, i soprammobili.


Chiariti questi primi basilari concetti, si andrà alla ricerca, prima ancora degli oggetti che si vogliono collezionare, della fonte o delle fonti dove questi “oggetti” possono essere reperiti. Si comincerà così a fare delle conoscenze da “specialisti”, si potrà inoltre dare incarichi per delle ricerche, per esempio a uno straccivendolo o a un rigattiere che reperiscano macinini da caffè di quel determinato tipo, o qualsiasi altro oggetto che richieda una ricerca da specialista. La conoscenza poi tra collezionisti di una stessa specialità potrà portare a una specie di borsa libera di scambi, un po’ come fanno i ragazzini a scuola, antesignani del collezionismo, con le “figurine” dedicate ai giocatori di calcio, o i francobolli.


E infine, se non strettamente necessario, sarà molto utile iscriversi a una valida associazione di collezionisti. In Italia, fra le altre, vi è l?unione Nazionale Collezionisti d’Italia, con sede a Roma in Largo Corrado Ricci 44, che stampa una propria rivista “La voce del collezionista”, e che si divide in ventisei gruppi nazionali: quello dei bibliofili, dei collezionisti di dipinti, di stampe, di ceramiche e porcellane, di oggetti archeologici, di armi, di araldica, di numismatica, cimeli, autografi, ex libris, filocartisti (raccoglitori di cartoline), di figurine, di etichette, di marche fiscali, annulli pubblicitari, naturalisti, oggetti di folclore, modellisti, di minerali, di strumenti musicali, di dischi, e infine un gruppo per i collezionisti diversi non appartenenti ai gruppi summenzionati.


Importante per ogni collezioni: uno schedario con la nomenclatura e la classificazione esatta e dettagliata dei vari oggetti di cui si fa collezione. Aiuta prontamente a sapere quali sono le “rarità”, i tipi che si posseggono o quelli che mancano. Darà infine una compiutezza organica e definita alla raccolta.

Tratto da “Il collezionismo”, M.Miniati- M.Scagliotti, ed. Rizzoli, Milano, 1969. Pag 28-34